Restauro Chiesa San Leonardo a Lajatico

In questi giorni la Giannoni & Santoni sta eseguendo i lavori di restauro della Chiesa di San Leonardo a Lajatico in provincia di Pisa.
Cenni Storici
Le sue origini risalgono al XIII secolo, ma la chiesa fu ricostruita nel XIX secolo, quando, su progetto dell’architetto livornese Angiolo della Valle, furono apportati importanti restauri tesi ad imprimerle forme neoclassiche; i lavori furono eseguiti tra il 1853 ed il 1856. La facciata risale al 1925 ed è affiancata da un campanile costruito sul finire dell’Ottocento. Durante la seconda guerra mondiale l’edificio fu danneggiato subendo sulla facciata esterna parziali ricostruzioni di lacune, non un vero restauro.
Stato di conservazione prima del restauro
Oggi la facciata della chiesa risulta essere fortemente compromessa da diversi fattori; fenomeni umiferi compromettono lo stato di conservazione degli intonaci che risultano essere danneggiati in più parti, lo sfarinamento e il cedimento degli stessi ha creato macro e microfratture nel substrato che permettono all’acqua piovana di entrare ed espandersi per capillarità anche all’interno dell’edificio. Sono presenti significative porzioni di intonaco decoese dall’arriccio con conseguente parziale distacco del primo che ha determinato lacune sparse sulla facciata. Anche la valenza estetica è stata fortemente compromessa dalla presenza di alghe, funghi e licheni dal fatto che essendo molto provato il substrato anche la resa cromatica non è più garantita, le evidenti ridipinture sparse nei punti ricostruiti contribuiscono ad alterare l’aspetto originario.
Nelle parti decoese, soprattutto in quelle in alto si è sviluppata anche la crescita di piante tra le quali un fico, le cui radici si intromettono nel substrato provocando ulteriori rigonfiamenti e conseguenti ulteriori cedimenti dell’intonaco. Alterazioni conservative ed estetiche si riscontrano anche per quanto riguarda la copertura della porzione che aggetta sopra il portone di ingresso alla chiesa.
Ipotesi di intervento
Come primo intervento, saranno eseguiti dei saggi di verifica su tutta la facciata per sondare lo stato di adesione dell’intonaco mediante battitura dello stesso. Nel caso in cui vi siano porzioni non recuperabili, queste verranno rimosse e ricostruite in una fase successiva con idonei materiali. In secondo luogo si rende necessario un lavaggio accurato di tutta la superficie al fine di asportare il materiale pulvirulento, il nerofumo e le porzioni sfarinate.
Con la facciata interamente pulita si renderanno visibili le intere aree ricostruite con materiali non idonei quali malte cementizie, le quali, verranno rimosse avendo cura di limitare la rimozione solo a queste aree, a tal fine, se necessario, procederemo proteggendo le zone adiacenti la rimozione con tavolati e teli in nylon.
Le zone colpite dalla presenza di alghe e funghi saranno trattate a parte con l’utilizzo di idonei prodotti biocidi utilizzati a spruzzo e a pennello. Nei casi più ostici e di calcificazioni degli agenti biodegradanti, si procederà con la stesura di impacchi di prodotto biocida, utilizzando idonei supportanti come polpa di cellulosa e sepiolite, al fine di garantire una maggiore penetrazione del prodotto. I tempi di contatto dell’impacco saranno stabiliti dopo aver effettuato una campionatura di prove di pulitura. Immediatamente dopo l’asportazione dell’impacco, si procederà al risciacquo dell’area interessata utilizzando abbondante acqua demineralizzata.
A questo punto si può procedere con la ricostruzione delle porzioni mancanti di intonaco e di quelle asportate perché di materiale incongruo.
Le ricostruzioni verranno eseguite con malte composte da calce aerea in polvere ad alto titolo di idrato di calcio, pozzolane naturali scelte micronizzate, aggregati silicei e cartonatici con adeguata granulometria. Prima di procedere alla stesura della malta sarà nostra cura, oltre che la scelta della granulometria da utilizzare, anche la scelta del pigmento da utilizzare per essere miscelato con la malta, al fine di garantire un’unità granulometrica e cromatica con le porzioni originali della facciata.
Tra le porzioni mancanti, come si può notare dalla documentazione fotografica, vi sono anche parti di elementi decorativi quali le modanature delle cornici. Anch’esse verranno ricostruite in loco con la malta utilizzata per il resto delle lacune, sarà nostra cura cambiare il pigmento per la colorazione della malta e l’eventuale granulometria della stessa per renderla più similare possibile a quella utilizzata in origine.
Come ultimo intervento si renderà necessaria la stesura di una velatura al latte di calce su tutte le porzioni ricostruite e su quelle dove la pellicola pittorica ha subito sfarinamenti e perdita di cromia.


